«La cultura cattolica oggi non esiste più»

Eugenio Corti

Eugenio Corti

La provocazione dell’autore del “Cavallo rosso”: la Chiesa è paralizzata dalle divisioni. E le troppe innovazioni hanno indebolito il suo ruolo di riferimento.

Per gentile concessione dell’editore Cantagalli, pubblichiamo alcuni brani dell’intervista di Lorenzo Bertocchi a Eugenio Corti, tratta dal libro Sentinelle nel post-concilio. Dieci testimoni controcorrente, a cura di Lorenzo Bertocchi e Francesco Agnoli (pp. 160, euro 10).

«La mia Brianza, terra veramente e profondamente cattolica, rappresenta uno specchio fedele di ciò che è la mia impressione sul mondo cattolico di oggi, specialmente in Italia. Questa realtà cattolica è ancora presente, ma è come se fosse sommersa, pensate di osservare uno dei nostri laghetti qui intorno: sotto il pelo dell’acqua è ancora possibile vedere quella solida realtà che caratterizzò gran parte del Novecento, c’è, ma rimane sotto. La domenica qui in Brianza le chiese sono ancora frequentate, c’è ancora gente, ma mi pare una realtà che messa alla prova possa cedere con una certa facilità: c’è rimasto qualcosa che potremmo definire una forma, ma di sostanza ne corrisponde poca. Faccio un esempio per tutti: i giovani hanno paura di sposarsi. Almeno in Brianza la domenica c’è ancora gente in chiesa, in altre parti d’Italia purtroppo scarseggia anche la partecipazione domenicale. Insomma la situazione non sembra molto migliorata rispetto a trentacinque anni fa, forse riprendendo la metafora del diluvio potremmo dire che non piove più, ma le acque ricoprono ancora molta terra e il mondo cattolico è più simile a un arcipelago che non a un continente».

Oggi c’è un notevole dibattito circa l’interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, molti cominciano a intravedere i problemi che sono derivati da una certa “modernità ideologica”, quella che in teologia ha preferito le scienze umane e la filosofia moderna, abbandonando il metodo metafìsicoscolastico. (…)
«Il punto di partenza per me è rappresentato dalla presa di posizione di san Pio X, successivamente vi sono state una serie di spinte innovatrici che piano piano hanno proposto e introdotto sviluppi che poi sono entrati prepotentemente nella Chiesa. Queste innovazioni furono accettate da alcuni sì e da altri no, ma si sono fatte sentire fortissimamente, a mio modo divedere questi sviluppi non erano legittimi. Si è dimostrato, infatti, che anche se muovevano da buone intenzioni contenevano degli errori che poi hanno fatto sentire il loro effetto. Dal dopoguerra in poi questa è la situazione che la Chiesa si è trovata a vivere: sulla spinta di innovazioni ambigue si è via via venuta a creare una vera e propria spaccatura all’intemo del mondo cattolico che risulta profondamente diviso. Questo è il nostro guaio di oggi (…) Oggi verrebbe quasi da dire che una cultura cattolica non esiste più, la divisione intestina che la abita sembra paralizzarla. Forse bisogna risalire ai tempi di Pio XII per trovare ancora quella chiarezza che forniva un riferimento preciso per tutti. Oggi siamo alla ricerca di quell’interpretazione certa che manca da troppo tempo, ma mi pare che Papa Benedetto XVI stia cercando di combattere proprio questa mancanza di certezza. Questa è una grande Grazia perché non dobbiamo perdere quello che conta di più, che è vero e che vale».

(…) Come ha più volte sottolineato proprio Papa Benedetto XVI, l’Occidente (…) sembra voler dimenticare le sue radici cristiane. Cosa ne pensa?
«Oggi la cultura occidentale è in ritirata e coloro che in qualche modo la detengono, pur riconoscendo una situazione di crisi, non accettano che venga proposto qualche cosa di diverso rispetto a ciò che loro stessi rappresentano. Per chi osa farlo c’è immediatamente una sorta di morte civile. La situazione ha origini lontane nel tempo e potremmo sintetizzarla per sommi capi. La visione teocentrica della realtà, tipica del Medioevo cristiano, fu in qualche modo soppiantata da una visione antropocentrica che in partenza non era programmaticamente anticristiana o contro Dio. Questo antropocentrismo di fatto si è poi sviluppato in aperto contrasto con quella visione teocentrica, ciò si è verificato in particolare nel periodo illuministico che cominciò ad escludere Dio dalla visione della realtà. Subentrò poi l’idealismo tedesco che in pratica, una volta che la cultura uscì dalle biblioteche, si condensò in due personaggi: Nietzsche e Marx, i padri di quei due indirizzi politici che nel secolo scorso hanno prodotto eccidi spaventosi. Mi riferisco ovviamente a nazismo e comunismo. È vero che già nel Settecento in pieno illuminismo i moti della Rivoluzione francese avevano anticipato questa situazione, ma la devastazione prodotta nel XX secolo non ha paragoni. In seguito alle conseguenze prodotte da queste ideologie la cultura occidentale ha tentato un passo indietro, ripiegando di fatto sull’iiluminismo. A mio modo di vedere ancora oggi la nostra cultura è ripiegata su una visio ne della realtà che, almeno in linea generale, possiamo dire di stampo illuminista».